Ingres. Milano respira il Neoclassico a Palazzo Reale

Milano, Napoleone e il Neoclassico.

La mostra, Jean Auguste Dominique Ingres e la vita artistica ai tempi di Napoleone, che inaugura oggi a Palazzo Reale vuole raccontare da una parte lo straordinario percorso artistico di colui che viene considerato il massimo esponente del Neoclassicismo, e dall'altra farci toccare con mano la straordinaria stagione artistica che visse Milano in quegli anni,

Il 15 maggio 1796 l’esercito francese comandato dal generale Napoleone Bonaparte entra in Milano.  Nove anni dopo, il 26 maggio del 1805, Napoleone viene incoronato re d’Italia in Duomo. Leggenda narra che, mettendosi in testa la corona ferrea, che pare gli andasse un po' stretta, il generale francese, abbia pronunciato la famosa frase: Dio me l’ha data, guai a chi me la toglie».
Per Milano, l'altra capitale del suo impero, Napoleone aveva grandi progetti e in effetti, la nostra città visse un periodo di grandi trasformazioni sociali, culturali - è in quegli anni che Palazzo Reale diviene polo museale a tutti gli effetti -  da sopratutto urbanistiche.
A questi progetti vennero chiamati a collaborare diversi artisti italiani: pittori, come Andrea Appiani, scultori, come Canova, architetti come Luigi Canonica, cui dobbiamo l'attuale assetto della parte di città che  porta verso la strada del Sempione, con l’Arco della Pace e  dall’altra, verso Venezia e la villa di Monza, con la trasformazione di corso Venezia nell’arteria principale della città, costeggiata da palazzi monumentali e destinazione ideale per il passeggio di pedoni e carrozze.

Ed è proprio questo fervore artistico, questo desiderio di consacrare la laicità dello Stato con la monumentalità eroica delle forme classiche, questo richiamo al passato come "antichità del futuro" che si percepiscono osservando le opere in mostra.

Uno degli obiettivi della mostra è senz'altro quella di superare la concezione peggiorativa del Neoclassico, che non rende giustizia ad un movimento artistico cui attinsero a piene mani artisti e avanguardie degli anni successivi.
Per esempio Monet, Degas o Picasso hanno sempre ammesso di aver utilizzato come modello l'arte d'Ingres.
E non lui solo.  Da David e Canova fino a Girodet, gli anni 1780 – 1820 si contraddistinguono per un nuovo approccio verso la natura umana: l'amore per l'esotico con le odalische, la fascinazione del nudo e l’esplorazione della psiche derivano proprio da questa rinnovata attenzione nei confronti della  realtà.

Un momento storico in cui la carta politica dell'Europa si ridisegna, un vento nuovo nell'arte che spazza via le precedenti gerarchie accademiche e le vecchie convinzioni.


@Antonietta Usardi

Il catalogo della mostra è pubblicato da Marsilio Editori.
Info mostra 199.15.11.21
(dal lunedì al venerdì 9.00-18.00; il sabato 9.00 – 12.00)
Dall’estero: 02.89096942 www.mostraingres.it
Orari:
Lunedì 14.30 – 19.30
martedì, mercoledì, venerdì e domenica: 9.30 – 19.30
giovedì e sabato: 9.30 – 22.30
La biglietteria chiude un’ora prima


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