Le Origini dell'Arte. Paul Klee al Mudec

L'arte come passione, una passione totalizzante, selvaggia, " primitiva":  Il colore mi possiede. Non ho bisogno di tentare di afferrarlo. Mi possiede per sempre, lo sento. Questo è il senso dell’ora felice: io e il colore siamo tutt’uno. Sono pittore.

Apre oggi al MuDeC una retrospettiva inedita dedicata al lavoro di Paul Klee, collocandone l'opera nel primitivismo di ritorno che caratterizzò una parte delle avanguardie europee di inizio del XX secolo.

In mostra cento tele, in un percorso espositivo creato per raccontare il suo personale  processo di formazione artistica: da un primo periodo da "illustratore cosmico", come egli stesso si definiva, al primitivismo epigrafico, proseguendo poi per un arte che travalica la pittura diventando materica nelle straordinarie marionette create per il divertimento del figlio Felix, per poi concludere, con l'avanzare dell'età, nell'intimità di  "policromie e astrazione “in cui la geometria prende volume attraverso le velature di colore.

Accade spesso che il nome di Paul Klee venga accostato a quello di Wassily Kandinskij e segnalato come rappresentante per eccellenza dell'astrattismo.

Se è senz'altro vero che l'opera di Klee contribuì in modo significativo all'arte astratta, il pittore svizzero fu anche molto altro e il suo lavoro il frutto di una lenta formazione per lo più solitaria.

Musicista sin dall'infanzia, scelse infine la pittura, come mezzo di espressione artistica.
Lontano dal mondo accademico, il pittore sviluppa un pensiero proprio, e profondamente sperimentale.
E' questo uno dei contributi che apporta al gruppo de Il Cavaliere Azzurro (Kubin, Kandinskij, Marc e Macke), conosciuto nel 1911, e che è ben visibile  nella mostra dell'anno successivo, cui Klee partecipa con ben 17 opere, alcune delle quali sono in mostra a Milano.
Ma Klee va oltre: si fa influenzare dal cubismo di Delaunay, studia il colore a Tunisi, insegna alla Bauhaus su invito di Gropius, viaggia, fa esperienze, collabora con altri artisti e da loro impara.

La mostra, che rimarrà aperta fino al prossimo 9 marzo 2019, ci permette dunque una vera e propria immersione  in questo visionario universo di forme e colori, dimostrando ancora una volta

@Antonietta Usardi

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