Wildlife Photographer of The Year 2018. Le Foto alla Fondazione Matalon

Il pianeta Terra come non l'avete mai visto, in tutta la sua maestosa potenza e la sua straordinaria fragilità.

Si rinnova anche quest'anno il sodalizio tra la Fondazione Luciana Matalon e il Wildlife Photographer of the Year, appuntamento internazionale che premia la più bella foto naturalistica dell'anno.

In mostra fino al 9 dicembre in foro Bonaparte al 67 le foto finaliste e vincitrici del concorso per ogni categoria in gara che mai come quest'anno ci danno uno sguardo emozionato e commosso sulla Natura, sui delicati equilibri che consentono la nostra stessa esistenza e sulla loro necessaria salvaguardia.
Nonostante le battaglie ambientaliste e l'impegno di moltissime persone in ogni parte del mondo, la salute del pianeta Terra versa sempre più in condizioni critiche: inquinamento, rifiuti tossici, deforestazione, caccia e pesca indiscriminate, bracconaggio sono alcune delle piaghe che affliggono l'unica casa che abbiamo e di cui dovremmo prenderci cura con religioso rispetto.
Cosa che invece non facciamo.

Dal 1992, anno in cui fu lanciato il primo severo e preoccupato global warning a proposito dei danni dovuti ai cambiamenti climatici, non sono stati fatti in avanti e il punto di non ritorno si fa sempre più prossimo.
Secondo gli ultimi studi fatti nel settore, negli ultimi 26 anni la quantità di acqua  potabile sul nostro pianeta si è ridotta al solo 26%, le zone morte degli oceani sono aumentate del 75%, abbiamo perso 300milioni di ettari di foresta e le temperature sono in costante crescita. La popolazione cresce e le specie animali si estinguono.

Oggi più che mai dunque si dimostra fondamentale l'impegno alla sensibilizzazione profuso da appuntamenti come questo.

Alla competizione di quest'anno hanno partecipato 50mila scatti, inviati da 92 paesi diversi.

Vincitore assoluto è il sudafricano  Brent Stirton e il suo Monumento alla Specie, in cui ritrae un rinoceronte appena colpito e mutilato del suo corno all’interno del Parco Hluhluwe Imfolozi, la più antica riserva naturale africana. Il fotografo ha dichiarato di aver visto almeno altre trenta scene di questo tipo durante il suo reportage all’interno della riserva.
Per la categoria giovani vince invece l'Olanda rappresentata da Daniël Nelson e La bella vita:  un gorilla felicemente sdraiato e intento a mangiare con gusto un frutto dell’albero del pane. L’immagine, realizzata nella foresta del Parco Nazionale di Odzala, nella Repubblica del Congo, ci fa sorridere per la straordinaria somiglianza tra l'essere umano e questo primate, ma ci ricorda anche l'importanza dell'ecosistema da cui dipendono. 

Anche cinque nostri connazionali tra i premiati:  Stefano Unterthiner si è aggiudicato due premi da finalista, nella categoria The Wildlife Photojournalist Award: Story, con la serie di foto Salvare gli yaki, e in Natura Urbana, con Gatto all’attacco; sono arrivati finalisti Marco Urso nella categoria Comportamento: Mammiferi con AspettativaHugo Wasserman in Natura urbana con Fuori pista e Angiolo Manetti in Ambienti Terrestri con Pitture nel deserto. La giovanissima Ekaterina Bee ha vinto nella categoria Fino a 10 anni con la foto Nella presa dei gabbiani.

@Antonietta Usardi

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