Il Genio di Boccioni a Palazzo Reale

A cento anni dalla sua morte, Palazzo Reale ospita, dal 25 marzo al 10 luglio, la mostra “Umberto Boccioni. Genio e Memoria”, indiscusso artista protagonista del Futurismo, che ha fortemente influenzato le sorti della pittura e della scultura del XXI secolo. 

L’esposizione presenta oltre trecento opere tra dipinti, sculture, incisioni, fotografie d’epoca, libri, riviste e documenti; tra questi 60 disegni provenienti dal Castello Sforzesco, che coprono l’evoluzione artistica di Boccioni dalla giovinezza fino alla sua morte. 

La mostra si sviluppa in ordine cronologico, in due ampie sezioni che approfondiscono temi e aspetti fondamentali della poetica boccioniana, dalla formazione divisionista e simbolista a quella espressionista, con uno sguardo costante alla tradizione classica, rinascimentale e barocca, fino all’affermazione definitiva del Futurismo. 

La prima sezione, “Il giovane Boccioni”, copre il periodo artistico che va dal 1906 al 1910 e mostra l’evoluzione dell’artista seguendo le diverse influenze delle correnti figurative coeve europee e il legame con la tradizione classica e rinascimentale, presentando i primi approcci al Futurismo ancora sulla scia dell’esperienza divisionista ed espressionista. 

I tre Diari giovanili di Boccioni, provenienti dal Getty Research Library di Los Angeles, accompagnano la visione di dipinti come il “Ritratto della Signora Massimino”, il “Romanzo di una cucitrice”, “Campagna lombarda” e “Beata Solitudo Sola Beatitudo”. 

Agli esordi Boccioni è fortemente influenzato dalle opere di Segantini, Fornara e, in modo particolare, Previati, la cui ricerca artistica e teorica e il suo divisionismo simbolista, con una stesura del colore estremamente libera, porrà le basi per la prossima stagione futurista. 

Un ulteriore approfondimento è fornito da un album illustrato, scoperto nella Biblioteca Civica di Verona, costituito da una raccolta di immagini, composte su venti grandi cartelle, grazie a cui è possibile studiare i rapporti di Boccioni con i suoi referenti visivi, il suo metodo, le sue geniali intuizioni e seguire, infine, i suoi sviluppi. 

Intorno al 1910 Boccioni incontra Filippo Tommaso Marinetti e aderisce al movimento artistico da lui creato nel 1909, il Futurismo

La seconda sezione della mostra tratta del periodo che va dal 1911 al 1916 e presenta il Boccioni futurista, indagando i suoi principi teorici, analizzando il suo modo di procedere e i passaggi dall’elaborazione grafica all’opera pittorica o a quella plastica definitiva. 

Espressione di questo periodo sono le opere “Forza”, proveniente dal City Museum of Art di Osaka, “Antigrazioso”, “Materia”, “Dinamismo di un Ciclista”, “Cavallo + case + cavaliere”, la serie dei Dinamismi di un corpo umano e la ritrattistica “matura”, caratterizzata da una nuova direzione espressiva, con un chiaro ritorno alla figurativa con originali richiami alla lezione di Cezanne e dei cubisti, che Boccioni stava sviluppando prima della prematura scomparsa. 

Anche queste opere sono accompagnate da una ricca selezione di scritti boccioniani e futuristi del periodo, appartenenti alla sorella di Boccioni e, probabilmente, raccolti dall’artista stesso e da Marinetti

La mostra si avvale della collaborazione e di prestiti provenienti da diverse realtà museali: la Pinacoteca di Brera, le Gallerie d’Italia di Milano, la Camera di Commercio di Milano, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, il Museo Cantonale di Lugano, il Metropolitan Museum of Art di New York, la Getty Foundation di Los Angeles, il Musée Picasso e il Musée Rodin di Parigi, l’Osaka City Museum of Art e il Kunsthistorisches Museum di Vienna

@Stefania Cappelletti

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