Otto marzo, otto donne a Milano: Franca Rame


Bionda, biondissima, una bellezza mozzafiato, così tanto che si dice che gli uomini che assistevano ai suoi spettacoli con il comico Tino Scotti uscivano dai teatri con il collo indolenzito perché non staccavano gli occhi da lei. 

Ma lei, Franca Rame non è solo bella, è nata in teatro, ha calcato le scene fin dall’età di tre anni e, dopo l’incontro con Dario Fo, ha iniziato a modificarlo, ricrearlo, adattandolo ai tempi e modernizzandolo, introducendo temi caldi, politici e femministi. 

Difficile vivere e lavorare accanto ad un uomo, un artista come Dario Fo, così geniale da meritarsi il Premio Nobel; di loro due come coppia diceva scherzando: “Dario è un monumento e io sono il suo basamento”. 

Franca ha un carattere forte, non finisce nell’ombra del marito, anzi, riesce a mantenere la sua identità di donna, attrice, scrittrice, femminista, senatrice; come ha ammesso lo stesso Fo, Franca Rame dava la rotta da seguire, intuiva le cose da lontano e raramente si sbagliava. 

Franca è un vulcano di energie, di idee, coraggiosa, diretta, libera dai luoghi comuni e dal banale, in prima linea in tante battaglie politiche e femministe. Idee e lotte per cui ha pagato un prezzo alto e brutale: nel 1971 viene violentata da esponenti dell’estrema destra. 

Ma non si lascia piegare e tramuta questo dramma in un’opera teatrale, di denuncia, intitolato “Lo stupro”, che fu in parte per lei quasi una psicoanalisi, ma soprattutto fu un momento importante nell’universo femminile, in quegli anni di grandi rivoluzioni, in cui finalmente una donna aveva il coraggio di far sentire la propria voce e accusare una società fortemente maschilista che ancora tendeva ad incolpare le donne e non gli uomini. 

Franca Rame ha unito la sua passione per il teatro alla militanza politica, senza mai risparmiarsi, senza arrendersi di fronte agli ostacoli. 

Fa tenerezza, leggendo il suo libro “Una vita all’improvvisa” scoprire l’emozione e l’amore per Dario Fo, le sue gioie e preoccupazioni come madre, certo sui generis, ma uguale a tutte le mamme del mondo quando si tratta di proteggere il proprio figlio dai pericoli esterni. 

Una donna che ha arricchito e vissuto Milano in tanti suoi aspetti, che l’ha attraversata in lungo e in largo tra i suoi teatri e le sue piazze, da Porta Romana a Largo Marinai d’Italia, padrona di casa della splendida Palazzina Liberty, da piazza del Duomo a Sant’Ambrogio dove ha celebrato le nozze con Fo, fino agli ultimi luoghi in cui si è fermata, il Teatro Strehler, dove una grande folla le ha reso omaggio, il Famedio, in cui riposa, e via San Calimero, dove un murales ci regala il suo sorriso. 

@Stefania Cappelletti

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