Il Genio di Xu Bing alla Triennale

Fino al 6 marzo, La Triennale ospita, per la prima volta in Italia, uno dei maestri più rispettati nel mondo artistico contemporaneo cinese, Xu Bing, con la mostra “Worlds of words/ Goods of Gods”.

Affascinato dal mistero del linguaggio scritto, Xu Bing inizia i suoi studi al CAFA, Central Academy of Fine Arts, al dipartimento di incisione e stampa. 

I suoi lavori, dopo Tiananmen, vengono considerati offensivi e ostili verso il governo cinese e Xu Bing, come molti altri artisti cinesi, è costretto a emigrare negli Stati Uniti, dove rimase fino al 2008, anno in cui finalmente poté tornare nella sua patria e divenire vice presidente della China Central Academy of Fine Arts

La mostra alla Triennale nasce da due esperienze artistiche precedenti: la Biennale di Venezia del 2013 che espose, senza successo, 100 artisti cinesi, e la mostra realizzata a Bruxelles da Xu Bing in collaborazione con Hans de Wolf, curatore di questa mostra. 

Hans de Wolf fu colpito a Pechino dalla visione di un’opera di Xu Bing: “The Character of Characters”, un’animazione video di 17 minuti proiettata su una parete da 5 proiettori, in cui l’artista ricostruisce la storia della calligrafia cinese, mostrando come i primi caratteri nacquero dall’osservazione della natura. 

Alla TriennaleThe Character of Characters” viene messa a confronto con le 426 sillabe dell’artista africano Frédéric Bruly Bouabré, il cosidetto “Alphabet Bété”, il primo e unico alfabeto sviluppato in Africa, e l’unica opera a potersi misurare con l’arte di Xu Bing, per dimensioni e importanza. 

La mostra è completata dalla opere di Marcel Broodthaers, Alighiero Boetti, Piero Manzoni, Le Corbusier, Guy Rombouts e l’artista indiano Jyvia Soma Mashe

@Stefania Cappelletti

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