Wonderwoman: Ovvero la Precarietà delle Supereroine

Una commedia dolceamara, a tratti fumettosa, riflette sulla condizione economica femminile nel mondo contemporaneo: protagoniste le esilaranti Wonderwoman, all'Elfo Puccini fino al 13 dicembre.

Partendo dall'inchiesta di Silvia Sacchi e Luisa Pronzato, tre attrici, Antonella Questa, Giuliana Musso, Marta Cuscunà esplorano il tema dell'indipendenza economica femminile.

Così dalla regia:

"Il miglior rimedio per valorizzare le qualità delle donne è creare un personaggio femminile con tutta la forza di Superman e in più il fascino della donna brava e bella”. Così scriveva William Moulton Marston, ideatore di Wonder Woman, la prima eroina femminile dei comics. Eppure, anche se sei forte come Superman, essere femmina comporta degli svantaggi: mentre si trovano notizie sulla professione e lo status sociale dei super eroi maschi, della carriera delle loro colleghe donne sappiamo poco o nulla. Forse, pur essendo dotate di abilità sovrumane, nemmeno alle nostre sorelle bioniche è concesso di rompere il soffitto di cristallo che le allontana dall'autonomia economica e da una reale parità con gli uomini nel mondo del lavoro.

E poi l’amore... Superman ha una dolcissima fidanzata. Batman è un vero playboy, forse è bisessuale. Wonder Woman rinunciò ai suoi superpoteri per stare vicino al suo innamorato che però venne ucciso nell’episodio successivo.
Le super donne in generale sono un po’ sfortunate in amore.
Forse anche per questo il grido di battaglia di Wonder Woman potrebbe essere commovente come una preghiera: «Being a cute superhero AND a woman is exhausting!».

@Redazione

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