Omaggio a Marco Bellocchio al Mic

Il Mic, Museo interattivo del cinema, presenta “Marco Bellocchio. 50 anni di cinema”, una rassegna interamente dedicata alla sua carriera cinematografica. 

Quindici i film selezionati per la retrospettiva sul grande regista bobbiese, che nel 1965 stupì la critica con il suo film d’esordio “I pugni in tasca”, vincendo la Vela d’argento al Festival di Locarno. Tra i film dei primi anni della sua carriera la rassegna proietta “Sbatti il mostro in prima pagina” (1972) con Gian Maria Volontè, film denuncia dei legami tra stampa, politica e forze dell’ordine; “La Cina è vicina” (1967), una condanna della società contemporanea; “Marcia trionfale” (1976), la drammatica storia di un ragazzo costretto a fare la leva militare, nonostante i diversi tentativi per evitarla. 

 Tra i film degli anni ’80 sono stati scelti “Vacanze in Val Trebbia” (1980) docufilm sulle vacanze del regista accompagnato dalla sua famiglia nella sua terra d’origine, occasione per un confronto con il passato; “Salto nel vuoto” (1980) con Michel Piccoli, storia di due fratelli, lui giudice, lei casalinga, e dell’inesorabile percorso verso la follia della donna; “Diavolo in corpo” (1986) racconta l’amore di Andrea per Giulia, uniti da un rapporto senza inibizioni con giochi erotici sempre più scatenati. 

 In programmazione anche “Sogni infranti” (1995) viaggio negli anni di piombo e “La balia" (1999), tratto da un racconto di Luigi Pirandello in cui Ennio, psichiatra, cerca per il proprio figlio appena nato una balia, poiché sua moglie Vittoria non può allattarlo, scatenando però la gelosia della consorte che abbandonerà casa. 

 Tra i film più recenti nel calendario della rassegna troviamo “L’ora di religione” (2002) in cui il protagonista, Ernesto, laico convinto, si trova alle prese con la beatificazione di sua madre voluta dalla Chiesa; “Buongiorno notte” (2003) film sul rapimento di Aldo Moro, con Luigi Lo Cascio e Maya Sansa; "Il regista di matrimoni"(2006), storia d’amore tra Franco Elica, regista alle prese con “I promessi sposi”, e una ragazza siciliana costretta ad un matrimonio di convenienza; “Sorelle mai” (2010), composto da sei episodi, girati a Bobbio; infine l’ultimo lavoro del regista “Sangue del mio sangue” (2015) con Filippo Timi e Alba Rohrwacher, in cui si narra l’amore tragico tra un giovane uomo d’armi, Federico e suor Benedetta, condannata ad essere murata viva nelle antiche prigioni di Bobbio. Secoli dopo, negli stessi luoghi, giunge un altro Federico che scopre che l’edificio è ancora abitato da un conte che vive solo di notte. 

 @Stefania Cappelletti

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