Henri Cartier- Bresson e gli Altri a Palazzo della Ragione

Fino al 7 febbraio Palazzo della Ragione ospita la mostra “Henri Cartier Bresson e gli altri. I grandi fotografi e l’Italia”. 

Sette ampie aree tematiche illustrano lo sguardo che 36 grandi fotografi hanno posato sul nostro Paese, ognuno da un punto di vista diverso, personale, unico. 

Affascinati dai paesaggi, dalle tradizioni e dai volti dell’Italia questi fotografi hanno immortalato nei loro scatti il senso di stupore che hanno provato viaggiando per le nostre terre, mostrandoci, con sguardo diverso, le ricchezze e gli splendori che le caratterizzano. 

Introduce la mostra un autoritratto del 1933 di Henri Cartier-Bresson, il cui viaggio in Italia è durato oltre trent’anni, seguito dagli scatti realizzati da Robert Capa durante la campagna d’Italia del 1943.

Le immagini di David Seymour rileggono in modo elegante il mondo della fede, mentre Cuchi White, ancora studentessa di fotografia, rimase affascinata da un’Italia minore.

Esposte le opere di Herbert List e di William Klein, che ritrae la Roma del 1956; infine Sebastião Salgado che ha immortalato gli ultimi pescatori di tonno siciliani. 

La seconda area tematica raccoglie le fotografie, in bianco e nero, di Claude Nori in cerca delle origini della sua famiglia sul litorale adriatico e quelle di Helmut Newton con “72 ore a Roma”, una passeggiata notturna nella capitale. 

Protagoniste della sezione successiva sono le città italiane ritratte da fotografi come Alexey Titarenko che immortala la magia di Venezia, Abelardo Morell che reinventa le città tramite la tecnica del “foro stenopeico”, unendo interni ed esterni; e poi ancora Gregory Crewdson che ricrea in bianco e nero Cinecittà e Irene Kung che vela Milano e i suoi monumenti di un manto onirico. 

Il quarto settore è dedicato al “linguaggio documentario” con Paul Strand autore, insieme a Cesare Zavattini, di uno dei più completi reportage sulla realtà contadina, “Un Paese” del 1953, che ritrae il paesino emiliano di Luzzara. 

Con lo stesso intento Thomas Struth e Joan Fontcuberta fotografarono rispettivamente il centro storico di Milano e i Musei scientifici di Bologna e Reggio Emilia. 

Art Kane e Michael Ackerman mostrano invece gli scempi architettonici ed i disagi esistenziali del nostro Paese: i loro scatti testimoniano la scomparsa di Venezia e situazioni dolorose di Napoli. 

La penultima sezione della mostra ospita gli scatti di fotografi che rileggono il nostro Paese con sguardo positivo: è il caso di Joel Meyerowitz che racconta le luci magiche della Toscana accompagnandole alla poesie di Maggie Barret, o di Steve McCurry e dall’alchimia che si crea tra persone e ambienti a Venezia, mentre Martin Parr ritrae sulla costa amalfitana i turisti che fotografano se stessi sullo sfondo di splendidi paesaggi. 

Chiudono l’esposizione una narrazione autobiografica del viaggio in Italia con le opere di Nobuyoshi Araki che si ritrae con le maschere del carnevale veneziano, Sophie Zénon, ripercorrendo il viaggio della sua famiglia costretta ad emigrare, affianca i suoi ritratti a quelli dei suoi nonni, e, infine, gli autoritratti di Elina Brotherus si ricollegano al ritratto iniziale di Henri Cartier-Bresson

@Stefania Cappelletti

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